Quando è nato nel 2018 l’evento “Gente di Lago e di Fiume” ha scelto per casa l’Isola Pescatori (Stresa), simbolo del Lago Maggiore e l’unica stabilmente popolata delle isole del Golfo Borromeo. Non è solo un emblema di bellezza per i turisti ma, come evidente dal nome, quella che più rappresenta i valori di Gente di Lago e di Fiume perché a tutti gli effetti un villaggio di pescatori abitato da famiglie storiche che in passato per vivere hanno sempre gettato le reti in acqua vivendo un rapporto intimo – ma anche di rispetto e riverenza – con il lago.
L’Isola Pescatori è un agglomerato di folclore e tradizione, nido di un “piccolo mondo antico” in cui girare a piedi in una ragnatela di viuzze irregolari che portano a ristoranti, botteghe artigiane e negozietti. Ci sono anche una chiesa, un cimitero, il Museo della pesca e la Casa-Museo dell’artista isolano Andrea Ruffoni. L’esperienza inizia dal viaggio: si parte da Stresa con battelli o taxi boat per approdare al molo dell’isola e lasciarsi trasportare in un micro mondo senza auto immerso in uno scenario da cartolina nel Piemonte settentrionale.
Per ciò che l’isola rappresenta – custode di cultura locale, saperi e sapori – è stata scelta come “sede” dell’evento annuale di ottobre “Gente di Lago e di Fiume” (mentre la legale è a Stresa). Il format è stato vincente da subito e perciò non è cambiato: al centro ci sono le “isole del gusto” diffuse sull’Isola Pescatori fuori dai ristoranti; in ognuna si assaggia un piatto a base di pesce d’acqua dolce “condiviso” tra lo chef resident e uno o più chef ospiti che impreziosiscono e “contaminano” la proposta gastronomica. Si tratta di ricette della tradizione ma anche innovative, di reinterpretazioni, sperimentazioni, talvolta di audaci azzardi in grado di stupire o fare ricredere anche i più scettici. Per completare l’esperienza gastronomica si sorseggiano ottimi vini.
Il “biglietto” di Gente di Lago e di Fiume si indossa, ed è a tutti gli effetti uno degli elementi della festa. È un braccialetto blu con il simbolo dell’associazione – un pesciolino stilizzato – che va portato al polso il giorno dell’evento per avere libero accesso alle “isole del gusto” e a tutte le attività previste. È una formula “all inclusive” senza pensieri. Colori diversi sono previsti per i ridotti e le gratuità.
Di solito il programma di “Gente di Lago e di Fiume” si svolge su più giorni e destina la domenica alla festa sull’Isola Pescatori e il lunedì mattina – sempre sull’isola – uno spazio di approfondimento su temi di volta in volta differenti con gli “addetti ai lavori” (chef ma non solo, anche esperti e ricercatori). Il martedì è riservato ai giovani, con il coinvolgimento delle scuole del territorio.La domenica sull’Isola Pescatori tutto è in formula diffusa: le “isole del gusto” ma anche l’animazione con performance di artisti in più punti e orari durante la giornata, musica dal vivo, letture per bambini, dimostrazioni di sfilettatura del pesce o pareggiatura delle reti, incontri con pescatori, divulgatori, esperti, associazioni, prodotti d’artigianato e a tema.
Per Gente di Lago e di Fiume non è una frase fatta: da sempre crediamo nel potenziale dei giovani. Dopotutto sono gli “avannotti” che potranno garantire un domani lunga vita all’acqua dolce allo stesso modo in cui immettere i “piccoli” nel lago tutela l’ecosistema e lo mantiene in salute.
Dedichiamo sempre una mattinata ai ragazzi delle scuole con l’obiettivo di creare in loro l’interesse per un mondo ricco e affascinante che spesso hanno fuori casa ma non conoscono né tantomeno vivono. Accendere in loro la fiammella della curiosità e trasmettere il valore del rispetto e della salvaguardia di questo delicato ambiente “dolce” è una priorità dell’associazione, così come trasmettere gli strumenti per essere un domani consumatori attenti e responsabili, cittadini consapevoli e orgogliosi del luogo che vivono.
È stato ribattezzato “lo chef d’acqua dolce”, Marco Sacco, perché sulle sponde di un lago – il Mergozzo – è nato ma soprattutto ha fatto di queste origini l’identità della sua cucina. Non è infatti un appellativo che si acquisisce “di diritto” alla nascita, piuttosto la conseguenza di scelte talvolta anche coraggiose perché richiedono di scommettere laddove nessuno si espone. Marco Sacco, abituato alla grande cucina con le due stelle Michelin del ristorante Piccolo Lago affacciato al Lago di Mergozzo, sente la definizione di “chef d’acqua dolce” calzante come una seconda pelle. Sulle sponde del Lago di Mergozzo Sacco, classe ’65, ha vissuto le esperienze di wind surf, passione giovanile portata a livello nazionale in cerca di un vento che il più delle volte mancava, ed è entrato in cucina, l’altro amore che l’avrebbe portato via dall’acqua dolce salvo poi farci ritorno richiamato da quelle radici che non volevano mollare la presa.
Sacco è figlio d’arte: papà e mamma erano ristoratori, lui cresce in cucina. Confida al padre di volere diventare uno chef stellato. Dopo la gavetta in alcuni dei migliori ristoranti francesi viaggia nel mondo, in particolare in Asia alla scoperta di materie prime, tecniche e sapori sconosciuti, e rientrato in Italia prende in mano – negli Anni 90 – il ristorante dei genitori portandolo al vertice della ristorazione italiana: nel 2004 il Piccolo Lago prende la prima stella Michelin e nel 2007 la seconda.
La cucina di Sacco è un mix del carattere: estroso, avventuriero, creativo, curioso. È meticoloso nella ricerca delle materie prime e predilige le locali. Il pesce d’acqua dolce è tra queste. Lo mangiava da bambino, lo conosce bene. Intuisce che può diventare un punto di forza, scommette nella sua riscoperta e non è scontato: manca sulle tavole della maggioranza dei ristoranti del Lago Maggiore, è bistrattato e poco apprezzato. Compie perciò innanzitutto un’operazione culturale fondando nel 2017 il Movimento Gente di Lago e di Fiume – diventato nel 2018 associazione – che fa sistema pescatori, ittiologi, esperti, chef, imprenditori, istituzioni con obiettivo comune di valorizzare il pesce d’acqua dolce sulla tavola nonché l’ecosistema che rappresenta remando tutti nella stessa direzione con le competenze che ciascuno può apportare.
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